Giovedì pomeriggio, mentre lottavo con un'istanza di
disapplicazione art. 123 DPR 600/1973, ho sentito M. che
litigava al telefono con qualcuno.
Quel qualcuno era Dr. M. che le aveva preannunciato che
dovevo andare a lavorare all'Audit, dove serve un informatico.
Lei poi mi ha raccontato che gli ha detto che se mi
portavano via, avrebbe chiuso tutto e se ne sarebbe andata;
che le hanno offerto C., ma di C, non se ne fa niente, visto
e considerato che usa il computer ne più ne meno di come lo
usa lei.
...
Io ovviamente sono rimasto basito dalla sua reazione
(sia per l'attestazione indiretta di stima e fiducia, che
per la ferma volontà di volermi impedire di andare su).
Si è messa in mezzo anche A.M. che era ancora in ufficio a
quell'ora (era andata a pranzo fuori con alcuni amici di
Sassari). Le ha detto che non era possibile: che loro
avevano bisogno di aiuto e gli portavano via personale:
inaudito.
Peccato che il suddetto personale sia io, con l'unica
avvertenza che il sottoscritto non risponderà mica agli
interpelli... Mi ha guardato in faccia e ridacchiando mi ha
detto: "Ma tu vuoi andare, vero?".
Insomma, poteva anche farsi i cazzi suoi.
Niente è perduto, a sentir parlare A., che mi ha chiamato
questo pomeriggio. Dice che oramai è tutto fatto, anche per
Roma, sembra non ci siano ostacoli particolari.
Vedremo.
I miei obiettivi a breve scadenza sono, ovviamente, altri. E
comunque non voglio lasciare scheletri negli armadri o morti
lugno il greto del torrente.
Cercherò di parlare con M. in maniera franca e schietta,
dicendole che la mia disponibilità era stata data in tempi
non sospetti, quando a dirigere l'ufficio c'era ancora lo
stronzone.
Bah...
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