Rimango sempre completamente shockato quando sono costretto a fare tre rientri pomeridiani consecutivi. Non ci sono più abituato. Sono tornato a casa che sembravo uno zombie. Ho infilato la chiave nella toppa nel modo più delicato e silenzioso possibile, ma c'era la porta del soggiorno aperto. La bimba, contenta, ha cominciato a strillare: «Papà!».
Non credo che di poter spiegare compiutamente (e dispero che si possa comprendere) il senso delizioso di dolcezza-tenerezza-affetto-amore-delicatezza che provo in quel momento. Me la squaglierei di baci.
Eppure ieri ero una merda umana deambulante. Ho poggiato il portatile, i libri ed i giornali, come in trance; quindi, mi sono spogliato e messo la tuta "da casa", per stare più comodo e prepararmi alla cena.
Ero stanco morto e non so nemmeno il perché.
Meno male che - per telefono - lo stronzone non ha avuto niente da dire per le ferie della settimana prossima.
A più tardi.
Appunti personali
giovedì, gennaio 20, 2005
Shock
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