"Salvare il capitalismo dai capitalisti"
Rajan Raghuram G., Zingales Luigi
Nei paesi sviluppati sono pochi gli economisti esperti che si direbbero contrari al libero mercato per merci e servizi, ma se ne può trovare un buon numero contrario ai liberi mercati ifnanziari. Questi mercati oltre a essere i meno compresi, sono anche i più importanti perché, come sosterremo più avanti, sono l'elisir che alimenta il processo di distruzione creatrice, capace di ringiovanire continuamente il sistema capitalista. Proprio per questo motivo son il bersaglio principale di quei forti interessi che tempo il cambiamento.
Pag. 28
Nel deprecare i finanziatori, Tom Wolfe ne Il Falò delle Vanità, non è in posizione minoritaria. Dal Mercante di Venezia di Shakespeare al Denaro di Zola, i finanziatori occupano un gradino morale molto al di sotto di quello delle prostitute.
Pag. 29
Ma appartenere allo stesso club non migliora soltanto la probabilità di accedere al credito, bensì ne aumenta anche il volume. I prestiti emessi dalle banche a favore di aziende il cui proprietario appartiene allo stesso club sono del 20% più consistenti rispetto a quelli concessi nei casi in cui non esistono stretti rapporti tra gli interessati.
Pag. 38
E' naturale che il finanziatore tenda a finanziare gli abbienti, semplicemente perché hanno le garanzie o le conoscenze necessarie a farlo stare tranquillo. Qualunque prestatore razionale si comporterebbe allo stesso modo ["discriminazione razionale"].
Pag. 38
La comparsa dei dirigenti stipendiati è riconducibile a una nuova forma organizzatrice sorta nella seconda metà del XIX secolo: le grandi aziende ad integrgazione verticale, che Alfred Chandler (Scale and Scope: The Dymanics of Industrial Capitalism, Belknap Press, Cambridge Mass. 1990 [trad. it. Dimensione e diversificazione: le dinamiche del capitalismo industriale, Il Mulino, Bologna 1994]), storico dell'economia ad Harvard, definisce impresa moderna.
Pag. 40
Ad esempio, prima dell'introduzione del processo Bessemer per la produzione di acciaio dalla ghisa fusa, negli Stati Uniti c'erano centinaia di altiforni. Nessuno di essi produceva più dell'uno o due percento della produzione nazionale. Ma con la diffusione del processo Bessemer, i produttori furono costretti a incrementare la scala produttiva. Il risultato: nel 1880, l'intera produzione di acciaio Bessemer si concentrava in soli 13 stabilimenti.
Pag. 41
Sempre secondo Chandler, queste aziende si distinguevano per tre caratteristiche peculiari. In primo luogo, ovviamente, il massiccio investimento in impianti produttivi, allo scopo di sfruttare potenziali economie di scala e ambiti di produzione.
Pag. 41
La seconda caratteristica che Chandler attribuisce a queste aziende titaniche è l'integrazione, a valle come a monte. Hanno costruito una rete di vendita e di distribuzione a livello nazionae (o persino internazionale) in grado di vendere sui nuovi grandi mercati.
Pag. 42
La terza caratteristica delle grandi aziende dominanti verso la fine del XIX secono è la nascita di una gerarchia di manager professionisti, una conseguenza naturale dele prime due caratteristiche.
Pag. 44
Gli imprenditori della seconda rivoluzione industriale avevano maggiori possibilità di controllare i propri manager proprio perché si trattava di società a alto impiego di capitali e perché il settore finanziario era sottosviluppato.
Pag. 44
Appunti personali
giovedì, gennaio 25, 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento