"Salvare il capitalismo dai capitalisti"
Rajan Raghuram G., Zingales Luigi
Quello che più sorprende è l'opposizione allo sviluppo finanziario diffuso tra la sinistra italiana. Ancora fedele all'ideologia marxista, buona parte della sinistra italiana non riesce ad apprezzare il ruolo che lo sviluppo finanziario può giocare nel riequilibrare il rapporto tra capitale e lavoro, storicamente squilibrato a favore del capitale.
Come potrebbero i capitalisti sfruttare i lavoratori se questi ultimi potessero facilmente produrrein proprio ottenendo in leasing gli stessi macchinari che usano in fabbrica?
Purtroppo questa incomprensione ha gravi conseguenze. Non capendo i benefici del mercato, la sinistra è contenta di frenare la competizione e interferisce nel funzionamento del mercato per aiutare i bisognosi. Non si rende conto che lo stesso encomiabile obiettivo può essere raggiunto con un migliore rapporto tra costi e benefici.
L'ironia vuole che la sinistra non si renda neanche conto che questo sistema aiuta a proteggere quegli stessi capitalisti che si ripromettono di combattere. I sussidi statali alle imprese non sono aiuti ai loro dipendenti, ma a un management inefficiente. Se il vero obiettivo è aiutare i lavoratori, perché non pagarli direttamente?
Dalla Prefazione, pag. X-XI
"La supremazia dei mercati liberi non è necessariamente il culmine di un'inevitabile processo di sviluppo economico -il traguardo della storia economica, per così dire- ma può essere un interludio, come lo è stato in passato".
Dalla Introduzione, pag. 5
"In fatto di rendere il credito un bene accessibile ai poveri, non c'è personaggio più autorevole di
Mohammad Yunus, fondatore della
Grameen Bank".
Dalla Introduzione, pag. 6
Paesi piccoli come Hong Kong, il Lussemburgo e la Svizzera devono essere aperti per necessità, e non a caso tendono a essere centri finanziari importanti. Le frontiere aperte pongono un limite alla facoltà dei politici di imbavagliare la concorrenza e rallentare la crescita finanziaria ed economica. Aiutano a salvare il capitalismo dai capitalisti!
Dalla Introduzione, pag. 19
La concorrenza opera per natura una distinzione tra competenti ed incompetenti, zelanti ed oziosi, fortunati e sfortunati. Essa si somma al rischio cui vanno normalmente incontro le imprese e gli individui, e rappresenta un fattore di rischio ulteriore poiché accresce le opportunità in tempo buoni e le riduce in tempi cattivi, costringendo le persone a una specie di corsa sulle montagne russe. Alla fine, la maggior parte di loro ci ha guadagnato, ma la corsa non è sempre piacevole e c'è sempre qualcuno che, in effetti, precipita.
Dalla Introduzione, pag. 20-21
Il pericolo, derivante da una politica conservatrice, è quello di ignorare le ansie dei perdenti e la minaccia che queste pongono alla prosperità di tutti.
La politica progressista è altrettanto male indirizzata nella misura in cui attacca al sistema che ha creato i perdenti anziché riconoscere che si tratrta di un aspetto inevitabile dei mercati.
Dalla Introduzione, pag. 24
Per far si che la politica non operi in contrasto con i mercati, quelli che con la concorrenza ci rimettono devono essere aiutati, non a proseguire la battaglia persa, ma ad allegerire la propria pena e prepararsi per un futuro migliore.
Dalla Introduzione, pag. 25